La nuova officina per la manutenzione dei treni è insediata sul tronco residuo dell’antica ferrovia della Vallemaggia. Vuole integrare la fisionomia orografica di Ponte Brolla e rilevare la pregnanza storica dell’imbocco alla linea. La lettura del contesto ha così determinato l’architettonica dell’edificio: incastrato nel promontorio roccioso, emerge come un grande convoglio dalla vecchia galleria. La cornice naturale è stata ripristinata nel suo assetto primitivo, ricostituendo la falda erosa verso ovest dal piazzale d’accesso all’officina provvisoria.
L’inserimento nel massiccio roccioso è realizzato prolungando l’antica trincea ferroviaria con due muri di contenimento del terreno, i quali al tempo stesso staccano l’edificio dalla montagna e lo proteggono dall’ingente afflusso d’acqua in caso di pioggia.
L’impostazione strutturale è data dalle vele ellittiche della copertura, sovrapposte a imbuto, in modo da cogliere la luce naturale dall’alto, appoggiate su contrafforti lungo le pareti longitudinali.
La plasticità organica dell’involucro vuole dialogare con il contesto naturale della collina boschiva, mentre il complesso equilibrio delle sequenze strutturali rievoca il movimento concatenato del treno.
Per contenere i tempi di realizzazione, si è ricorso alla prefabbricazione degli elementi costruttivi: ossature metalliche all’interno, elementi in calcestruzzo per le facciate e le strutture emergenti del terreno, legno per le volte del tetto e gli impalcati interni, infine copertura in profilati d’alluminio ramato. Il ricorso a nuove tecnologie ha consentito di realizzare delle vele lignee di grande portata molto sottili, conferendo leggerezza al volume e luminosità ai settori operativi.